Quando un gruppo di persone decide di incontrarsi per riflettere sui propri consumi e per acquistare prodotti di uso comune, utilizzando come criterio guida il concetto di giustizia e solidarietà, dà vita a un GAS.
Finalità di un GAS è provvedere all’acquisto di beni e servizi cercando di realizzare una concezione più umana dell’economia, cioè più vicina alle esigenze reali dell’uomo e dell’ambiente, formulando un’etica del consumare in modo critico che unisce le persone invece di dividerle, che mette in comune tempo e risorse invece di tenerli separati, che porta alla condivisione invece di rinchiudere ciascuno in un proprio mondo (di consumi).
Essere un GAS perciò non vuole dire soltanto risparmiare acquistando in grandi quantitativi, ma soprattutto chiedersi che cosa c’è dietro a un determinato bene di consumo:
- se chi lo ha prodotto ha rispettato le risorse naturali e le persone che le hanno trasformate;
- quanto del costo finale serve a pagare il lavoro e quanto invece la pubblicità e la distribuzione;
- qual è l’impatto sull’ambiente in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto
… fino a mettere in discussione il concetto stesso di consumo ed il modello di sviluppo che lo sorregge.
COSA NON SONO I GAS
I GAS non hanno una particolare connotazione politica:
http://www.retegas.org/index.php?module=pagesetter&func=viewpub&tid=1&pid=387
I GAS non sono distributori di prodotti:
http://www.retegas.org/index.php?module=pagesetter&func=viewpub&tid=1&pid=419
STORIA DEI GAS
La storia dei gruppi d’acquisto solidali in Italia inizia nel 1994 con la nascita del primo gruppo a Fidenza, quindi a Reggio Emilia e in seguito in diverse altre località.
Nello stesso periodo si diffonde in Italia l’operazione “Bilanci di Giustizia”, lanciata a fine ’93, che chiede alle famiglie di verificare sul bilancio famigliare l’incidenza delle loro modifiche allo stile di vita. Dove possibile, le famiglie si ritrovano in gruppo in cui affrontano temi di interesse comune e si organizzano per praticare comportamenti equi nella loro zona. Spesso i gruppi dei Bilanci di Giustizia praticano gli acquisti collettivi tra le loro attività.
Nel 1996 viene pubblicata dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo la “Guida al Consumo Critico”, con informazioni sul comportamento delle imprese più grandi per guidare la scelta del consumatore; l’ampio elenco di informazioni documentate sulle multinazionali accelera il senso di disagio verso il sistema economico e la ricerca di alternative.
Nel 1997 nasce la Rete dei GAS, allo scopo di collegare tra loro i diversi gruppi, scambiare informazioni sui prodotti e sui produttori, e diffondere l’idea dei gruppi d’acquisto. Questa esperienza è ora in fase di crescita, sia per la creazione di nuovi gruppi che per la sua visibilità.
Oggi si stima che i GAS in Italia siano circa 2000 e la tendenza è in forte crescita.
I GAS PER LA LEGGE
Nella Finanziaria del 2008, all’art. 1 c. 266, i Gruppi di Acquisto Solidale venivano definiti come “i soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi, senza applicazione di alcun ricarico, esclusivamente agli aderenti, con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale, indiretta attuazione degli scopi istituzionali e con esclusione di attività di somministrazione e di vendita.”